“Sicurezza e Difesa Personale – un diritto inalienabile”
L’obiettivo del progetto “Professione Autodifesa” è quello di far chiarezza, in tema di difesa personale, a partire dal problema della violenza proponendo una soluzione efficace attraverso un percorso formativo completo ,appositamente concepito, che tratti la difesa personale in tutti i suoi aspetti. Non ci sono distinzioni di genere o di età in quanto tutti sono potenzialmente a rischio, in particolare le categorie sensibili quali donne ed adolescenti, arrivando a chi di mestiere è più incline a trovarsi in situazioni di pericolo come ad esempio agenti delle forze dell’ordine, militari ecc.. per i quali è stato concepito un percorso professionalizzante ad hoc.A seguire un tanto corposo, quanto utile excursus riguardante i temi sopra accennati che farà meglio comprendere questo mondo spesso sconosciuto o travisato.
Il problema: violenza
Alla luce delle preoccupanti statistiche sull’argomento, siamo convinti che la “lotta” contro questi fenomeni di violenza, espressione nel caso del “bullismo” di un emergente disagio giovanile che nel corso degli ultimi anni ha raggiunto aspetti preoccupanti e nel caso della “violenza sessuale” di una violazione dei diritti e della dignità individuale della donna, deve essere condotta non con iniziative isolate ma con il coinvolgimento di tutta la società civile (istituzioni-associazioni-magistratura-forze dello Stato).
Siamo anche convinti che quello che ognuno di noi può e deve fare consiste prioritariamente nell’abbattere quel muro di “indifferenza” e di “omertà”, fattori che spesso coesistono nei confronti degli autori di questi e di altri crimini contro la persona, forse per indifferenza o forse per paura di ritorsioni
In considerazione:
- dell’ approccio multi-disciplinare a queste difficili problematiche sociali;
- dell’ esperienza quarantennale acquisita nel settore della sicurezza e difesa personale;
- della ormai consolidata operatività in ambito civile e militare;
abbiamo realizzato l’idea che i corsi di “Sicurezza e Difesa Personale” possano offrire il loro contributo per contrastare ogni forma di aggressione e di violenza considerando anche le cosiddette fasce “a rischio”, cioè donne ed adolescenti. E’ necessario, inoltre, che anche altri professionisti si uniscano in modo da canalizzare tutti gli sforzi in un’unica direzione. Scopri come diventare istruttore!
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La soluzione: visione a 360° della Difesa Personale
La Difesa Personale, infatti, non deve essere intesa come una mera risposta fisica nei confronti di un atto di violenza ma come una serie di eventi che interagiscono tra di loro, sia a livello mentale che fisico:
- l’atteggiamento che il soggetto “a rischio” deve adottare in certe circostanze;
- il controllo dell’emotività intesa sia in termini di paura che di aggressività;
- l’approccio con un ipotetico “aggressore”,
- il metodo da adottare per contrastare l’attacco di un violentatore o di un teppista;
che fanno parte di un bagaglio culturale insegnato in un corso professionale e serio di Difesa Personale Integrale.
Difesa Personale non vuol dire necessariamente affrontare e vincere un combattimento per strada, ma saper trovare la soluzione migliore per la propria incolumità che può essere la prevenzione, la strategia, la tattica difensiva, la fuga e solo in ultima analisi lo scontro diretto.
Pertanto, nella malaugurata ipotesi di scontro diretto, l’allenamento deve essere reale e globale e non una finzione con delle regole e con un arbitro come avviene per la maggior parte delle discipline sportive da combattimento che, peraltro, sono settoriali e non globali.
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La nostra proposta
Il percorso formativo messo a punto dal Maestro Milella prevede la collaborazione di specialisti nei settori medico, legale, psicologico e della sicurezza, oltre lo studio di quelle che vengono ritenute le tre fasi principali di questa delicata tematica:
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Fase 1 – LA PREVENZIONE
Essa mira alla acquisizione di idonei comportamenti tattico-difensivi ed insegna l’analisi delle aree di rischio nonché i vari livelli di attenzione.
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Fase 2 – L’ APPROCCIO
In questa fase si insegnano le varie tipologie di aggressione raffrontate con il loro grado di pericolosità ed il loro fine, i segni premonitori, gli inganni e le trappole preparate dall’aggressore e la dissuasione verbale. Importante supporto in questa fase è il training autogeno che aiuta, attraverso esercizi specifici, a ridimensionare i sintomi dovuti alla paura, spesso inabilitanti in queste situazioni, al fine di ottenere un controllo emotivo adeguato.
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Fase 3 – LO SCONTRO FISICO
Rappresenta l’ultima fase che si realizza quando le precedenti non abbiano sortito il risultato sperato o perché l’aggressione avviene in modo non graduale ma diretto, con azioni lesive nei confronti della vittima come ad esempio in una imboscata.
In questa fase vengono insegnate tecniche atte a neutralizzare l’attacco svincolandosi rapidamente dall’aggressore per allontanarsi senza indugio e trovare riparo.
A complemento dello studio delle tre fasi, si inseriscono nozioni di carattere medico – psicologico – legale e di sicurezza personale.
Abbiamo individuato, inoltre, un altro fattore che contribuisce in maniera decisiva all’apprendimento delle tecniche di difesa personale nello scontro fisico è la “simulazione” degli eventi criminosi. Per le donne ciò può essere attuato con la presenza, almeno nella fase avanzata del corso, di un istruttore ed eventuali collaboratori di sesso maschile. Quanto sopra al fine di creare un contesto abbastanza realistico sotto il punto di vista:
- Psicologico – ricreando tutte le fasi antecedenti allo scontro fisico e quindi vivendo le emozioni ad esse relazionate;
- Fisico – l’uomo è generalmente più forte della donna e solo l’allenamento con l’uomo può far sviluppare il senso della praticità oltre che il giusto e reale impiego di una tecnica
Le arti marziali nella difesa personale
Le arti marziali offrono un contributo nella formazione della mentalità difensiva a 360 gradi andando a gestire quella fase che viene denominata “Scontro Fisico”.
Naturalmente al giorno d’oggi gestire uno scontro fisico non ha la stessa valenza che poteva avere per esempio nel secolo scorso ove i confronti erano ritualizzati e caratterizzati nella maggioranza dei casi da lealtà ed onore bensì bisogna adeguarsi alla mancanza di valori nella società moderna che porta a comportamenti imprevedibili sicché diventa assurdo pensare a lealtà ed onore ma bisogna concentrarsi sui più recenti costumi e di conseguenza sulle tattiche e strategie maggiormente usate in uno scontro reale. Non bisogna dimenticare che le arti marziali sono nate tra il secolo scorso e l’inizio del nostro per cui sono state create con i criteri e valori del periodo. Tuttavia vi sono arti marziali che si adattano perfettamente ai nostri tempi in quanto globali e non settoriali per cui si potrebbero definire efficaci e in accordo con le leggi vigenti.
Importante è carpire il significato dei due termini relazionati alle arti marziali.
- Definizione di “settorialità”: prendere in esame solo alcuni tipi di attacchi e reazioni standardizzate non tenendo conto della realtà e delle modalità con cui spesso avvengono.
- Definizione di “globalità”: prendere in esame tutti i tipi di attacchi rilevati dagli usi e costumi contemporanei della nostra società, ovvero portare le azioni da strada in palestra e NON il contrario, adeguando le risposte che saranno decisive, veloci, efficaci ed eseguibili con economia di movimenti prevedendo tutti i possibili contesti (in piedi, al suolo, all’aperto, al chiuso ecc.).
Tutti i fattori in gioco finora discussi sono raggruppati generalmente nei “metodi operativi” che eleggono tecniche rapide ed efficaci esulando da movimenti complessi e obsoleti che richiedono peraltro anni di allenamento.
La donna e l’adolescente a contatto con la violenza ed il bullismo
La Difesa Personale per la donna e per gli adolescenti di ambo i sessi, è una materia di studio sempre più attuale alla luce degli eventi che purtroppo si registrano nelle cronache quotidiane.
I nostri corsi specialistici mirano a sviluppare la capacità di stimare le situazioni di pericolo in tempo utile per affrontarle adeguatamente, quando necessario.
Riteniamo indispensabile consigliare che questi corsi non siano impartiti da personale con la sola qualifica di “istruttore di arti marziali”.
Tali figure, nella fattispecie della nostra realtà, sono prevalentemente ”istruttori di discipline sportive da combattimento” in cui le regole agonistiche, ispirate all’incolumità dei contendenti, vanno a mutilare se non annullare le vere arti marziali.
Sarà necessaria inoltre una buona capacità di interrelazione con le tecniche di un’arte marziale globale e graduale, che consente il rispetto delle leggi vigenti.
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Difesa personale Militare/Polizia
La Difesa Personale Militare e/o di Polizia (di seguito D.P.M./D.P.P.) non ha nulla a che vedere con le arti marziali da combattimento nonostante si nutra di loro per l’allenamento e il miglioramento tecnico.
Oggi esiste un concetto inequivocabile di ciò che rappresenta la D.P.M./D.P.P. che è ben diversa dalla difesa personale individuale (da strada). Le applicazioni delle tecniche di D.P.M./D.P.P. sia in ambito militare che di polizia dipendono in gran parte dalla normativa vigente in tema di sicurezza, dalle leggi di ogni paese che possono essere più o meno rigorose.
Premessa la natura di questo sistema di D.P.M. /D.P.P. potremo iniziare ad addentrarci nella materia stigmatizzando le prime definizioni, e cioè:
- Le tecniche di Difesa Personale di Polizia sono applicabili per arrestare una aggressione con il sufficiente controllo sull’aggressore, permettendo il trasferimento in sicurezza e nel minor tempo possibile presso gli uffici di polizia, causando il minor danno possibile, per il successivo trasferimento agli Uffici Giudiziari o Penitenziari.
- Le arti marziali, nella difesa personale da strada, hanno come obiettivo principale la sconfitta dell’avversario/aggressore, infliggendogli il maggior danno fisico perché non possa ripetere l’attacco. Alcune arti marziali, tuttavia, limitano il danno fisico attraverso un controllo con dolore che sarà sufficiente secondo i casi e le circostanze, per cui si potrebbe dire “in accordo” con la legge sebbene il loro fine ultimo rimane la neutralizzazione dell’avversario.
- Le tecniche di Difesa Personale Militare hanno come obiettivo principale (in scenario operativo di guerra) l’eliminazione fisica del nemico nel minor tempo possibile. Possono essere impiegate in diversi contesti secondo gli impieghi attribuiti all’Unità Militare. Per l’impiego della Forza Armata in servizi di Polizia e/o Vigilanza, invece, valgono i medesimi concetti della Difesa Personale di Polizia tenendo conto delle esigenze specifiche di ogni istituzione.
Il Sistema di D.P.M. /D.P.P. viene concepito non come materia di un corso di formazione che deve essere superato dagli allievi dell’Accademia, ma come un allenamento permanente che servirà tanto per il mantenimento della forma fisica quanto per il costante miglioramento del potenziale tecnico che permetterà in qualsiasi circostanza e luogo di respingere e controllare una aggressione.
Si può dedurre che l’esame finale di ogni corso a qualsiasi livello è volto ad accertare l’esatto apprendimento ed attuazione delle tecniche previste in esso e non l’automatismo di esecuzione che è solo frutto di un costante futuro allenamento permanente (per esempio corsi di aggiornamento periodici) .
Appare altrettanto chiaro che la preparazione fisica e tecnica dovrà essere curata da un professore / istruttore di D.P.M./D.P.P. e NON da un qualsiasi istruttore di arti marziali, questo perché il personale qualificato in D.P.M./D.P.P. dovrà conoscere la normativa vigente in materia di Sicurezza e le leggi relazionate con la D.P.M./D.P.P.
Difesa personale per Operatori Medico-Sanitari
La Difesa Personale per Operatori Medico-Sanitari (di seguito D.P.O.M.S.) risulta essere un’altra branca importante della difesa personale, spesso trascurata e omologata a metodologie standard/sportive del tutto fuori luogo per quella tipologia di contesto in cui gli operatori si trovano spesso a fronteggiare situazioni di pericolo uniche nel loro genere.
Parliamo infatti di aggressioni avanzate da molteplici figure in molteplici situazioni; spesso sono i pazienti stessi ad aggredire il personale medico, i parenti sotto stress, i visitatori ed anche colleghi.Molte volte questi casi non vengono segnalati/denunciati. Tra i reparti a maggior rischio troviamo il pronto soccorso (compresi operatori del 118), psichiatria e gli ambulatori. Detto questo si prevede una formazione basata su una didattica dedicata che consente di lavorare immediatamente su casi reali e situazioni tipiche, ovviamente ben tenendo in considerazione l’ambiente specifico in cui si trova ad operare il personale e i ruoli dello stesso.
L’utilizzo del nostro metodo manifesterà una notevole soddisfazione sia a livello dirigenti che a livello del personale.
Il corso si prefigge un triplice obiettivo:
- Impartire le tecniche basilari della difesa personale necessarie ad affrontare e contrastare situazioni di aggressione violenta da parte di terzi;
- Acquisire l’atteggiamento mentale idoneo a gestire condizioni di immediato stress emotivo attraverso la pratica del training autogeno, tecniche di comunicazione e negoziazione, force escalation, tecniche, procedure e manovre di contenzione in ambiente ospedaliero;
- Impartire le regole della prevenzione e della protezione personale;
I principali beneficiari di questo tipo di formazione sono le ASL e tutte le società che gestiscono personale ospedaliero soprattutto se le mansioni rientrano tra i casi di maggior criticità.
Quest’ambito della difesa personale ha le sue specificità e va trattato opportunamente da personale qualificato e coadiuvato da esperti del dominio.
La nostra sede nazionale è presso il Palacarrassi a Bari dove potete venirci a trovare durante i nostri corsi. Siamo inoltre lieti di accogliere nella nostra organizzazione, o meglio, famiglia, nuovi istruttori che ci aiutino a diffondere pratiche e informazioni corrette. Scopri come!