Difesa personale, tra disinformazione e mala informazione.
Facciamo chiarezza su alcuni punti fondamentali.
Sul tema della difesa personale ormai si hanno così tante opinioni, convinzioni e visioni diverse che per il cittadino risulta difficile orientarsi su un per-corso concreto ed efficace che non lo illuda ma lo guidi verso lo sviluppo di un nuovo atteggiamento difensivo a 360°.
Per capire se si è fuoristrada basta rispondere a queste semplici domande frutto di anni di contatto con persone “giustamente” disinformate o, peggio, mal informate:
- Quando pensi alla difesa personale immagini subito un violento aggressore da neutralizzare fisicamente?
- Sei convinto che praticare un’arte marziale equivalga a sapersi difendere efficacemente?
- Basta un corso breve, intenso e ben pagato per sapersi difendere?
- Pensi che bisogna avere il fisico, l’età e stare in forma per sapersi difendere?
- Pensi che “no che cosa, io sono per la pace non per ste cose violente“?
- Pensi che un maestro di qualunque sport da combattimento sia idoneo ad insegnare difesa personale senza adeguarsi ad un metodo complementare all’arte marziale praticata?
Beh se hai risposto SÍ ad almeno una di queste domande è sintomo di idee poco chiare a riguardo.
Partiamo da un presupposto, l’unico obiettivo della “difesa personale” è riportare la pelle a casa. Punto. Detto ciò scordiamoci scene da film, acrobazie, kimono, spade, coltelli, pistole e quant’altro; mettiamo da parte l’orgoglio da marzialisti e, se è necessario dare il portafoglio, diamolo, la macchina? Pure!
Niente vale più della nostra salute e vita.
Ed ecco la persona media:
“Quindi bisogna cedere a qualunque intimidazione, aggressione e violenza?”
NO, non bisogna né rassegnarsi, né fare i supereroi, valutando caso per caso il da farsi.
“Ma ti pare che in quei momenti mi metta a pensare a ste cose?”
NO, in quei momenti non si pensa, si agisce, comanda l’istinto e basta. Chi ha un istinto più “allenato” probabilmente farà una scelta più corretta.
“Bravi! Facile a parole, e come si fa?”
Tranquilli, come tutte le cose bisogna innanzitutto venirne a conoscenza, dopo di che proseguire con dei “movimenti” correttivi sia mentali che fisici e infine, la cosa più importante, riprodurre tutto facendo simulazioni quanto più verosimili possibile, diventando quasi attori. Per “tutto” si intende davvero tutto, a partire da come camminare in certi casi, che posizioni assumere, come tenere lo sguardo, cosa dire, come valutare l’ambiente circostante e le vie di fuga, che gesti fare per divincolarsi facilmente, come scappare ecc..
“Ok allora mi iscrivo ad un corso di arti marziali, yeah!” [non le citiamo per non creare attriti, ingiustificati]
NOOOOOOOO allora non è chiaro il concetto. Le arti marziali subentrano solo nella fase conclusiva in cui si manifesta il contatto fisico e bisogna sapere un piccolo set di efficaci tecniche che ci permettono di divincolarci e/o neutralizzare, per poi scappare in un luogo sicuro. Ricordate anche che le arti marziali moderne sono settoriali, chi solo colpi, chi solo corpo a corpo, chi solo lotta a terra eppure per strada non ci sono limitazioni di sorta.
“Si vabbè ma comunque con tutti gli acciacchi che ho, la dieta da iniziare ecc.. non è il momento, prima mi metto in forma e poi vengo al corso”
Auguriamoci allora che non capiti niente nel frattempo. In ogni caso non importa il fisico ma la mente, come ci comportiamo, quanto veloce riusciamo ad fare scelte giuste in quei momenti e, come tutte le cose, vanno allenate, allenate e allenate. Nel frattempo si recupera la forma e si provano quelle poche e facili tecniche mutuate da delle arti marziali, queste, quanto più complete possibile come il JuJitsu (giapponese, no brazilian).
La difesa personale deve essere quindi un modus operandi leggermente differente dal normale che, con l’abitudine e la pratica, risulterà naturale come farsi una chiacchierata tra amici.
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